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Giovedì, 04 Novembre 2010 22:17

Ariccia, Palazzo Chigi si veste di “Bellezza e Lusso”

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Palazzo Chigi si veste di “Bellezza e Lusso” Da sabato 30 ottobre fino al 30 di novembre Palazzo Chigi si veste di “Bellezza e Lusso” con Abiti, manufatti e stoffe antiche dal “Guardaroba Chigi”. La mostra costituisce l’inventario e la catalogazione dei manufatti tessili e vestimentari ritrovati nel Palazzo Chigi di Ariccia, comprensivi di tappezzerie, paliotti, frammenti, ricami, bordure, passamanerie, parati, che saranno esposti per la prima volta in assoluto alla pubblica ammirazione, il tutto ovviamente rapportato ad una significativa presentazione di costumi e abiti alla moda tra ‘700 al ‘900. Sarà possibile ammirare vicino anche i ritratti dei personaggi cui gli abiti sono appartenuti...

 

Ariccia, Palazzo Chigi si veste di “Bellezza e Lusso” – si rivive l’atmosfera del Gattopardo

Si tratta di un repertorio eterogeneo, avvicendatosi nei secoli, ma con manufatti di altissima qualità. Si affiancano anche opere provenienti da collezioni private: dagli sfarzi e le preziosità del Settecento, ad alcuni abiti “gattopardeschi” che ricordano il film girato nel 1962 da Luchino Visconti nel Palazzo di Ariccia. Un’esposizione in senso cronologico non sarebbe possibile, poiché sono fragili quanto preziose testimonianze, appartenute ai Chigi e a famiglie aristocratiche che li hanno amorevolmente custoditi per generazioni, dalla prima metà del Seicento ai nostri giorni. Molte di queste “reliquie” sono state ritrovate nelle soffitte, residui di un fasto lontano ed irraggiungibile. Tra le presenze più spettacolari i guardaroba seicenteschi di Maria Virginia Borghese e del cardinale Flavio Chigi, gli abiti con “cineserie” dell’illuminista Sigismondo Chigi, costumi carnevaleschi di bambini di casa, gli abiti da parata appartenuti a don Ludovico Chigi Gran maestro del Sovrano Militare Ordine di Malta, una serie di livree della servitù. Sono esposti anche parati in stoffa seicenteschi, alcuni di ambito berniniano.

Una mostra presenta non pochi problemi, riguardanti sia l’integrazione che il rispetto dei manufatti originali. Spesso gli abiti vengono alterati nelle linee originarie e subiscono tali trasformazioni nel corso del tempo da divenire irriconoscibili. Frequentissimi infatti i rimaneggiamenti, dovuti alla transitorietà delle mode: maniche staccate, orli che salgono e scendono, cuciture disfatte, pezzi di tessuto inseriti per modellarli alle caratteristiche fisiche dei possessori. Gli abiti ben conservati sono in genere quelli delle occasioni, indossati più raramente e meno soggetti a usura. Più fortunati con i documenti disponibili che tradiscono gli intenti economici, ma offrono elementi eccezionali per un glossario temporale e statistiche di frequenza. Trattandosi di un codice trasmesso per immagini, più variabile di quello della comunicazione verbale, quello vestimentario appare spesso legato alle situazioni ed ai luoghi contingenti e non facilmente identificabile. Si può solo ricostruire mediante una fitta rete di corrispondenze aggregabili come tessere di un mosaico vestimentario.

Dai “Libri dei Vestiri”, di carattere amministrativo, dalle “Giustificazioni di Spesa” circostanziali non si ricostruiscono, purtroppo, gli abiti reali, ma “abiti virtuali”, anche se ci aiutano a conoscere i nomi dei personaggi ai quali sono destinati, i sarti le fasi di lavorazione. Il Guardaroba della Riccia verrà, dunque, presentato come interessante microcosmo vestimentario, intimamente connesso al grande “Contenitore Umano” del Palazzo Chigi ed alla identità  continuamente interlocutoria con le grandi Personalita che lo hanno vissuto. La lettura degli aspetti simbolici, araldici, tintori, sarà affiancata da documenti atti a testimoniare l’evoluzione del gusto e a supportare con la memoria il frammentario guardaroba. apertura al pubblico: dal martedì alla domenica, 10,00–13,00 / 15,00-18,30, chiuso lunedì.

 

- Stefano Corradi -
Letto 1859 volte Ultima modifica il Lunedì, 07 Marzo 2011 10:51
stefano

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