Queste due tipologie di vini che vengono genericamente definite "bollicine", sono state selezionate con vitigni locali e potrebbero rappresentare un'ottima possibilità per le imprese che intedono confrontarsi in questo ambito.
Per quanto riguarda i vini frizzanti, quelli in cui c'è aggiunta di anidride carbonica con pressione inferiore alle due atmosfere, la sperimentazione dell'univertsità della Tuscia ha trattato tre vitigni in purezza: la Malvasia del Lazio, il Bombino ed uno Chardonnay. Nel caso invece dei vini spumanti, cioè quei vini in cui l'anidride carbonica non è aggiunta dall'esterno, ma prodotta con la rifermentazione, la sperimentazione è stata effettuata su la Malvasia e su un rosato prodotto dal vitigno Nero di Cori.
Va considerato che nel dispciplinare della nuova Doc Roma è considerata la messa in produzione di una Romanella "nobilitata", il classico vino romano da fine pasto che potrebbe divenire un ottima iniziativa commerciale.
«I risultati – ha affermato il professor Marco Esti dell'Università della Tuscia, responsabile della sperimentazione – ci fanno ben sperare. La nostra ricerca, dura complessivamente due anni, ma già nel primo anno abbiamo selezionato degli ottimi vini frizzanti e spumanti. Tutti gli esiti della nostra ricerca saranno messi a disposizione delle imprese del territorio, cui potremmo fornire anche assistenza».